http://www.cn24.tv Mercoledì 09 Giugno 2010 | In questa edizione di Report24: Sequestrata dalla Guardia di Finanza la discarica di Farina-Trappeto Ipotizzati i reati di disastro ambientale e inquinamento delle acque I militari del Nucleo di Polizia Tributaria del Comando Provinciale Guardia di Finanza di Crotone e gli appartenenti alla sezione di Polizia Giudiziaria del N.I.S.A. hanno sequestrato in località Farina Trappeto -- Botteghelle, ex stabilimento chimico Montedison, una vasta area adibita a discarica di rifiuti speciali pericolosi. Il sequestro dell'area si inserisce nell'ambito delle indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Crotone guidata da Raffaele Mazzotta, finalizzate all'accertamento delle responsabilità sulle problematiche ambientali che investono il territorio crotonese. Il sequestro probatorio effettuato stamane dalle fiamme gialle riguarda il sottosuolo di un'area vasta circa 15 mila metri quadri, adibita, nel tempo, a discarica dell'impianto chimico della Montecatini Edison S.p.a.. Un ulteriore sequestro, invece, aveva riguardato in precedenza la battigia. L'area, ufficialmente autorizzata solo per lo smaltimento di materiali di risulta di scavi, costruzioni, demolizioni e di altri rifiuti non ingombranti e/o cartacei provenienti dal prospiciente insediamento produttivo, si ritiene sia stata in realtà utilizzata per lo smaltimento di migliaia di tonnellate di rifiuti speciali pericolosi costituiti dai residui della lavorazione dei fertilizzanti prodotti per anni dallo stabilimento. Da qui è scattato il procedimento penale, iscritto a carico di ignoti, per i reati di realizzazione di discarica non autorizzata, disastro ambientale ed avvelenamento delle acque sotterranee destinate all'alimentazione. In pratica, le stesse accuse previste per l'indagine black mountains, sulle scorie da forno cubilot. Nell'ambito delle indagini, poi, è stato acquisito dagli uomini della guardia di finanza anche del materiale dalla sede dell'Eni. La discarica di Farina Tappeto, infatti, è di proprietà della Syndial, controllata appunto dal colosso dell'energia, Eni. L'indagine è stata avviata dalla segnalazione di un cittadino che, intento a pescare sul litorale, lungo il tratto interessato dalla discarica, aveva visto improvvisamente sprigionarsi dal sottosuolo delle lingue di fuoco, e più recentemente, delle pietre fumanti, probabilmente fosforite, proveniente dal forno fosforo, materiale utilizzato dalla Montedison per la realizzazione dei fertilizzanti. La fosforite è un componente soggetto ad autocombustione se posto a contatto con l'ossigeno, per evitare l'accensione dei materiali, infatti, venivano adoperate le fibre di amianto. L'area sequestrata attualmente è interessata dai lavori di messa in sicurezza e dalla ricerca delle quasi 8 mila tonnellate di fibre d'amianto, non pervenute sino ad oggi.